L’emendamento Content Creators
Il Senato italiano ha appena approvato una legge che renderà più facile per i creatori di contenuti essere pagati per il loro lavoro. La norma rientra all’interno del cosidetto “DDL Concorrenza” e promette di regolare il mercato digitale e di trovare il modo di dirimere eventuali controversie tra creators e piattaforme.
Questa nuova legge è un passo iniziale per regolamentare un’area su cui l’Italia è ancora molto indietro come il settore digitale.
Chi sono i content creator?
I creatori di contenuti sono coloro che creano contenuti per il pubblico. Sono responsabili di assicurarsi che il contenuto sia pertinente, coinvolgente e, soprattutto, accurato. Possono essere copywriter, videomaker, divulgatori o persino influencer.
Una figura portata alla ribalta dal cambiamento che ha investito il mondo dei social negli ultimi anni. Ora che sia per una strategia di content marketing o per passione moltissimi utenti sono divenuti creatori di contenuti anche grazie al boost dato ai Social e al tempo libero dalla Pandemia.
Cosa prevede l’emendamento?
L’emendamento approvato il 2 agosto, riporta infatti all’articolo 28 gli obblighi per il governo di individuare specifiche categorie di controlli per i creatori di contenuti digitali e di prevedere meccanismi di risoluzione delle controversie tra Creators e piattaforme.
ART. 28. Al comma 1, dopo la lettera l), aggiungere le seguenti:
Emendamento presentato durante l’approvazione di legge del decreto concorrenza
l-bis) individuazione di specifiche categorie di controlli per i creatori di contenuti digitali, tenendo conto dell’attività economica svolta;
l-ter) previsione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie tra creatori di contenuti digitali e relative piattaforme.
Il merito di questa proposta va all’On. Valentina Barzotti ed all’On. Enza Bruno Bossio che hanno presentato alla Commissione Attività Produttive della Camera la proposta di emendamento al DDL Concorrenza contenente l’emendamento Content Creators, approvato dalla Commissione il 14 luglio scorso.
Cosa succede dopo per l’industria dei media in Italia?
Il riconoscimento della figura dei content creator da parte della legge apre a nuovi scenari vediamo quali secondo uno dei maggiori sostenitori dell’emendamento, Cosmano Lombardo, ideatore del Web Marketing Festival, il quale è stato anche ascoltato nel corso di un’audizione al Senato.
Lavoriamo da anni per innovare il mercato del lavoro, favorire i lavoratori e le imprese. Abbiamo seguito dall’inizio e ci siamo impegnati per raggiungere questo primo obiettivo. Il settore digital & tech può festeggiare il primo, importante passo verso il riconoscimento giuridico e fiscale di una delle nuove figure professionali che lo caratterizzano. Infatti tutto ciò costituisce soprattutto la testa d’ariete per far comprendere ai vari organi istituzionali quanto sia importante innovare il mercato del lavoro. Il Paese continua a essere bloccato per gli eccessivi costi del lavoro e per meccanismi burocratici legati alla vecchia economia. La Creator Economy, così come il mondo startup e in generale il reparto digital-tech italiano che sta trainando il nostro paese ha bisogno di un punto di svolta per continuare a giocare questo ruolo, garantire occupazione, contribuire alla digitalizzazione e non perdere competitività a livello internazionale. Affinché ciò accada, è necessario abbattere i costi del lavoro, costituire un Contratto Nazionale per i lavoratori di imprese digital-tech e startup, creare codici ATECO per tutte le nuove professionalità emerse negli ultimi due decenni e abbattere il sistema contrattuale a livelli adeguandolo ai meccanismi attuali.
L’ideatore del WMF e CEO di Search On Media Group Cosmano Lombardo
Il Senato italiano ha riconosciuto la professione di creatore di contenuti con una legge approvata il 27 novembre. Questo atto è un passo importante per l’industria dei media perché creerà un ambiente più sostenibile per giornalisti e autori.
Questa legge potrà quindi contribuire a creare un ambiente più sostenibile per chiunque voglia intraprendere questo percorso, si spera abbia altre ricadute positive per l’ecosistema dei media in Italia.